lunedì 5 dicembre 2011

Giornalisti: come studiare per anni una lingua e non saperla usare

Ultimamente ammetto che i quotidiani non mi fanno troppa voglia.
C'è lo spread che sale, poi scende, poi risale perchè si è preso paura nella discesa ed è tutto un panico. Oppure ci sono le notizie inutili, delle quali a nessuno frega niente. Poi ci sono gli articoli scritti in maniera incomprensibile che consistono in ammassi di frasi tutte accatastate a formare discorsi per niente unitari. Poi ci sono gli orrori grammaticali - che sono poi il reale motivo per cui sto smettendo di leggere quotidiani.
Ultimamente i giornalisti sono la piaga sociale del mondo: sognano tutti di fare i freelancer e si ritrovano a scrivere articoli sul cassonetto di Via Sticazzi che è andato a fuoco, ma non ha fatto danni. Trenta righe di cassonetto che brucia. Anni di studio per trenta righe di cassonetto che brucia.
Oppure, ancora meglio, iniziano un articolo con un titolo che, per quel che ricordo dovrebbe essere coerente col contenuto dell'articolo, e poi parlano di tutt'altro.
Studiano, studiano e studiano e poi? Poi piazzano virgole a caso, apostrofi dove non vanno, sbagliano accenti, inventano parole prive di senso e, non contenti di essere delle capre già in lingua madre, fanno gli anglofoni e tu ti ritrovi a leggere di uno stolker a caso, non di uno stalker, uno stolker, che pure Google Translate quando scrivi stolker ti dice "Forse cercavi stalker".


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